Speravamo in una boutade, in uno scherzo di cattivo gusto, invece il senatore leghista ha avuto davvero il coraggio di presentare un disegno di legge che prevede sanzioni a carico di chi nei documenti pubblici osa declinare al femminile parole come sindaco, avvocato, questore ecc.

Una proposta al limite della decenza che per fortuna i vertici del partito e i suoi stessi colleghi hanno disconosciuto, contribuendo a rendere ancora più incredibile e grave la situazione. È assurdo pensare che mentre in Sicilia si discute la mia legge sulla parità salariale, mentre una cospicua parte delle istituzioni, della politica e della società civile da Nord a Sud è impegnata nella parità di genere, cioè a garantire pari diritti e pari condizioni a uomo e donna, ci sia chi vuole cancellare con un colpo di spugna una battaglia di civiltà in cui invece dovremmo impegnarci tutti: quella che deve portare a sensibilizzare i cittadini sulla necessità di equi trattamenti e opportunità.

 

La Lega  farebbe bene ad evitare queste brutte figure e a fare in modo che i suoi senatori si impegnino su temi seri e sui problemi reali della gente piuttosto che su assurdi modi di azzerare quanto fatto fino ad ora sulla condizione femminile.

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Jose Marano
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