“Le donne vengano messe nella condizione di gareggiare ad armi pari”. Sui femminicidi: “Il Governo Meloni ha inasprito le pene ma la strage continua”.
La chiamano ‘Festa della donna’ ma in realtà non ci sarebbe nulla da festeggiare. Oggi, 8 marzo, è doverosa una riflessione sulla condizione femminile.
Ci troviamo costretti a raccontare una quotidianità fatta ancora di stereotipi di genere e luoghi comuni che ci restituiscono un’immagine distorta della donna e contro cui le donne, spesso da sole, lottano ogni santo giorno.
I femminicidi sono un’emergenza sociale e, a parte inasprire le pene, il Governo Meloni non è stato in grado di fermare la lunga scia di sangue. Anche dal mondo del lavoro arrivano numeri sconfortanti: secondo uno studio della Camera dei Deputati, una mamma su cinque abbandona il lavoro subito dopo la maternità. Secondo l’Inps, il gender pay gap, cioè la differenza di retribuzione media tra uomo e donna, si attesta sugli ottomila euro. Una forbice che si allarga con l’aumento dell’età. Sono felice che il mio Ddl sulla parità salariale stia proseguendo il suo iter all’Ars, la sua approvazione potrà segnare una svolta verso una maggiore inclusione delle donne nel mondo del lavoro.
La parità di genere resta un miraggio. Serve un cambio di passo della politica ma anche una rivoluzione culturale che metta finalmente le donne nelle condizioni di gareggiare ad armi pari e di esprimere a pieno il proprio potenziale.