Da strumento di pianificazione strategica a mero adempimento normativo: ecco cosa è diventato il Documento di Economia e Finanza regionale che, da testo preposto ad esprimere una visione, una programmazione dei settori strategici dell’economia siciliana, in questi anni è palesemente retrocesso ad un copia e incolla del precedente spesso fatto persino male.
Le difficoltà nella gestione del patrimonio boschivo sono chiaramente esplicitate nel testo: a fronte di una progressiva riduzione del personale (oltre mille unità in meno fino al 2027) non viene indicato come il governo regionale intenda garantire la tutela e la conservazione dei boschi e allo stesso tempo prevenire gli incendi. A proposito di quest’ultimo punto, poi, non vi è all’interno del Documento alcun riferimento alla norma che porta la mia firma e che prevede l’utilizzo dell’intelligenza artificiale proprio per questo scopo.
Nella parte dedicata al dissesto idrogeologico vengono riportati passaggi del Defr precedente (con tanto di riferimento agli anni 2023-2025). Inoltre, a fronte delle lodevoli intenzioni della Regione siciliana di contrastare il fenomeno mediante azioni di prevenzione, si puntualizza altresì che le risorse a disposizione non sono ritenute sufficienti per proseguire le attività ordinarie.
Sul fronte della crisi idrica stiamo pagando a caro prezzo la scelta di non aver investito nei dissalatori, come tra l’altro ho suggerito sia in finanziaria che nel ddl in discussione in bilancio attraverso un emendamento che prevede la realizzazione di un dissalatore nella provincia di Catania. Risultato? Al governo regionale non resta che sperare nella resilienza dei sistemi idrici ai cambiamenti climatici e nella riduzione delle dispersioni della risorsa idrica che ha raggiunto percentuali drammatiche del 56%. Questa non è una strategia che porterà risultati.
Altra nota dolente è la parte del Documento che fa riferimento alla gestione dei rifiuti: Un’accozzaglia di belle parole e belle speranze: Regione infatti punta al 65% di raccolta differenziata ma punta anche al riuso dei materiali e ad altre azioni tutte in contrasto con il punto 7.6.5 del PRGR – Termovalorizzatori. Tante direzioni, in antitesi tra loro, e tanta confusione.
La stessa confusione ed opacità la ritroviamo nel capitolo dedicato al demanio marittimo e alle concessioni demaniali. Non si capisce dove il governo Schifani intenda andare. Ignorare la direttiva Bolkestein sui balneari sta creando uno stallo dannoso per un settore strategico per la nostra Isola.
Sulla mobilità, poi, tutti gli interventi elencati nel Defr sono gestiti con risorse extraregionali e in convezione con altri soggetti (Anas e Cas). Pertanto sarebbe opportuno conoscere le tempistiche e lo stato di attuazione del lungo elenco di opere inserite e visti gli ultimi disagi sarebbe opportuno chiedere una pianificazione integrata della realizzazione delle opere, al fine di limitare i danni ai cittadini e ai turisti in questo periodo. Quando ritorneremo a parlare di Ast? Quando sarà nuovamente in crisi e avrà bisogno di nuove risorse finanziarie?.
La parola aeroporti compare all’interno di tutto il Defr solamente quattro volte ed è sorprendente come una Regione il cui traffico passeggeri complessivo negli aeroporti siciliani, nel 2023, è stato pari a 20,8 milioni di unità (superiore al dato 2019) è in ballo la costruzione di un nuovo aeroporto ad Agrigento e non si parli di una gestione integrata dei servizi aeroportuali. Cosi come non vengono minimamente menzionati i vertiporti, seppur disciplinati dall’art. 23 della L.R. 3/2024 che porta la mia firma.