Una mozione per impegnare il governo regionale ad avviare un’interlocuzione con l’Autorità competente stabilità dal Decreto Legislativo 11 maggio 2020, n. 39, per il riconoscimento della pesca quale attività usurante. L’ha presentata la deputata all’Ars del Movimento Cinque Stelle Jose Marano al fine di garantire più tutele ai lavoratori del settore in un momento di drammatica crisi per l’economia.
“La pesca è un settore vitale e importante dell’economia siciliana – dice Marano -. Da essa derivano le nostre eccellenze agroalimentari e da essa dipendono le sorti di migliaia di lavoratori. Per questa ragione ho chiesto al governo regionale di avviare una interlocuzione con l’autorità preposta, individuata dal decreto legislativo 39 del 2020, per riconoscere la pesca come attività usurante”.
“Questo riconoscimento può consentire ai lavoratori del settore alcuni benefici, come ad esempio l’accesso anticipato al pensionamento rispetto ai limiti, oggettivi e soggettivi, fissati e le parti sociali possono mantenere o adottare disposizioni più favorevoli”.
“Si tratta di proteggere e tutelare la salute dei pescatori. Basti pensare che l’Organizzazione Internazionale del Lavoro valuta la pesca un’attività lavorativa pericolosa rispetto ad altre attività e si stimano oltre 30 mila decessi ogni anno. Per l’Agenzia europea per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, il settore della pesca è quello che presenta l’incidenza più elevata di infortuni, calcolata in 2,4 volte la media dell’Unione europea. I nostri pescatori vivono una concorrenza sleale e agguerrita da parte di altri Paesi, condizioni di lavoro pesanti, una rappresentanza sindacale spesso limitata”.
“Occorre quindi che il governo regionale accenda i riflettori sul settore – conclude Marano – con interventi massicci a sostegno dei lavoratori, con un’interlocuzione serrata con l’autorità preposta per ottenere la qualifica di attività usuranti, con sostegni diretti a garantire tutela del lavoro e sicurezza. Non possiamo permetterci di disperdere parte della nostra storia sociale, alimentare ed economica.”